Isola di Himandhoo, atollo di Ari Nord, Oceano Indiano
Tutti noi conosciamo le Maldive.
Ci siamo stati o conosciamo qualcuno che c’è stato: spiagge bianche, acque trasparenti e vita in costume da bagno ……“le nostre Maldive”
Quanti di noi sanno che sono una nazione Mussulmana, dal più alto tasso di foreign fighters tra le nazioni non arabe? Una nazione in cui ai cittadini comuni arriva ben poco dei 35 miliardi di Dollari di introiti del turismo.
I 100.000 abitanti di Male, un terzo del totale dei maldiviani, vivono condizioni di vita impossibili, la capitale è una piccola sovrappopolata isola di povertà, eroina, violenza di strada.
La qualità della vita migliora per gli abitanti delle 200 piccole isole abitate sparse negli atolli, grazie alla pesca e al piccolo artigianato per il turismo, quel turismo dei resorts in cui l’unico contatto con i maldiviani è al momento dei pasti o nella sfida sportiva ospiti contro staff, qualsiasi ulteriore rapporto è severamente vietato.

Arrivare in luoghi come Himandhoo, l’isola più islamizzata delle Maldive, nell’atollo di Ari, è disorientante se non sei psicologicamente preparato: selvaggia, essenziale, donne in niqab che ti guardano in tralice o rifiutano il tuo sguardo, ragazzi che giocano per le strade in sabbia battuta, bambine di 8/9 anni che già indossano il niqab. Gli uomini, solo gli anziani, sono seduti lungo la via, i giovani sono fuori, a pesca o nei resorts.
Il Muezzin che chiama alla moschea segna il passare del tempo Tutto è così semplice e selvaggio, disorientante e affascinante, umile ma nobile ……“le loro Maldive”.

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